
Il progetto
Con “questa tecnologia – sottolinea Antonio Molino, responsabile per l’Enea delle attività del progetto – si ottimizza l’utilizzo di acqua e nutrienti. Il risultato è un consumo molto basso di queste risorse, la cattura dell’anidride carbonica da diversi processi produttivi e un modo facile di estrarre le molecole antiossidanti, come omega-3 e carotenoidi”.
L’Enea cercherà, in particolare, di ottimizzare il prelievo delle sostanze bioattive dalle microalghe, per impiegarle poi in prodotti e integratori alimentari, cosmetici, fitosanitari e mangimi per acquacoltura, che da soli incidono per oltre il 50% sui costi complessivi degli allevamenti ittici.
“Le microalghe sono una fonte ‘inesauribile’ di sostanze benefiche – aggiunge Roberto Balducchi, responsabile del Laboratorio Enea Bioprodotti e Bioprocessi – L’Enea sperimenterà tecnologie innovative per limitare la degradazione delle molecole bioattive durante la loro estrazione, contribuendo a ottimizzare qualità e produttività delle coltivazioni”.
A beneficiarne sarà, secondo le stime, tutto il comparto dell’acquacoltura europea per cui la Commissione prevede entro il 2030 la creazione di 23.000 nuovi posti di lavoro, oltre agli attuali 150.000.
